mercoledì 25 novembre 2009

Ma quanto fa schifo il web italiano?



Okay, lo so, è un titolo ad effetto.

E' solo che in questi ultimi giorni ho visto più siti immondizia del solito. Sarà che navigo poco sulle pagine italiane, ma ho dovuto fare -diciamo così- una indagine di mercato e si è spalancato un abisso di siti che fanno sembrare la meretrice di babilonia Audrey Hepburn.

Li dividerei in due categorie:

Frontpage lotta con noi
Sono siti gestiti da webdesigner cinquantenni, tutti con foto e barba (anche io ho la barba ma almeno vi grazio della foto) e non hanno nemmeno la parvenza di siti web.

La navigazione è lasciata al caso e i contenuti sono peggiori di un PLR1 riscritto da un Article Spinner2, perchè per darsi un tono hanno inserito -casualmente- le parole "ermeneutica", "idempotente" e "ornitorinco".

Evito di mettere link per non regalare loro link juice, ma sono uno spasso.

O una fonte di depressione se lavori in questo settore, perchè di solito hanno anche intenti commerciali. Pensare che qualcuno sia stato pagato per creare questa spazzatura mi fa venire i brividi.

800 pixel per tutta la vita
I siti di questa seconda categoria sono tutti realizzati da srl. Sul serio! Le note di copyright risalgono immancabilmente al 2005, 2006, 2007... aggiornarle costa fatica.

Sono i famosi siti vetrina, che erano già vecchi nel 2005, con la pagina centrata e le dimensioni fisse a 800px in orizzontale. Il font è immancabilmente Verdana 11 e i miei occhi ringraziano.

Non oso immaginare come devono essere sul nuovo iMac, quello con il monitor da 2560px in orizzontale. Un francobollo nel centro dello schermo, con colori sfumati di azzurro.

Il lato buono? Sono stati scritti da periti informatici, non da filosofi. Quindi i contenuti sono sempre simili al PLR1 ma almeno non c'è "ermeneutica". Invece, troviamo espressioni che erano già vecchie nei rampanti anni '80, cose come... "la Rete è uno strumento nuovo e potente che può essere sfruttato appieno solo con la sinergia tra la nostra società e una realtà imprenditoriale...".

Naturalmente non manca mai l'immagine dei due cloni che si stringono la mano e della tipa sorridente con il microfono ad archetto.

Hey per fortuna non è tutto così
Ci sono sempre più siti belli anche da noi, e come dimostra web pages that suck, c'è tanta immondizia anche all'estero.

MA L'IMMONDIZIA AMERICANA NON LA TROVI NELLA PRIMA PAGINA DI GOOGLE!

Almeno, se non è un sito Made For Adsense (MFA) di quelli che fanno tanto orrore da spingerti a cliccare sul primo annuncio a portata pur di sfuggire. Ma almeno in quei siti la bruttezza è funzionale al guadagno di chi li gestisce.

Da noi la bruttezza in prima pagina è spontanea.


1 PLR - Private Label Rights. Articoli di 400/500 parole offerti in licenza a pochi centesimi di dollaro. Chi li acquista può ripubblicarli col proprio nome, e c'è chi non si vergogna all'idea di farlo.

2 Article Spinner - applicazione da 197$, soltanto 97$, incredibilmente solo per oggi 37$!, scritta tipicamente in visual basic che sostituisce a caso le parole per creare un testo che sembri unico agli occhi dei motori di ricerca. Al confronto i traduttori automatici sono Mario Praz.
 

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