mercoledì 30 dicembre 2009

Un lavoro interessante?



Il primo che mi viene in mente: scrivere le trame dei film sul retro dei DVD.

Primo: non occorre aver visto il film.

Secondo: nessuno li leggerà mai.


P.S.
Può Pussy Galore essere un uomo?

mercoledì 25 novembre 2009

Ma quanto fa schifo il web italiano?



Okay, lo so, è un titolo ad effetto.

E' solo che in questi ultimi giorni ho visto più siti immondizia del solito. Sarà che navigo poco sulle pagine italiane, ma ho dovuto fare -diciamo così- una indagine di mercato e si è spalancato un abisso di siti che fanno sembrare la meretrice di babilonia Audrey Hepburn.

Li dividerei in due categorie:

Frontpage lotta con noi
Sono siti gestiti da webdesigner cinquantenni, tutti con foto e barba (anche io ho la barba ma almeno vi grazio della foto) e non hanno nemmeno la parvenza di siti web.

La navigazione è lasciata al caso e i contenuti sono peggiori di un PLR1 riscritto da un Article Spinner2, perchè per darsi un tono hanno inserito -casualmente- le parole "ermeneutica", "idempotente" e "ornitorinco".

Evito di mettere link per non regalare loro link juice, ma sono uno spasso.

O una fonte di depressione se lavori in questo settore, perchè di solito hanno anche intenti commerciali. Pensare che qualcuno sia stato pagato per creare questa spazzatura mi fa venire i brividi.

800 pixel per tutta la vita
I siti di questa seconda categoria sono tutti realizzati da srl. Sul serio! Le note di copyright risalgono immancabilmente al 2005, 2006, 2007... aggiornarle costa fatica.

Sono i famosi siti vetrina, che erano già vecchi nel 2005, con la pagina centrata e le dimensioni fisse a 800px in orizzontale. Il font è immancabilmente Verdana 11 e i miei occhi ringraziano.

Non oso immaginare come devono essere sul nuovo iMac, quello con il monitor da 2560px in orizzontale. Un francobollo nel centro dello schermo, con colori sfumati di azzurro.

Il lato buono? Sono stati scritti da periti informatici, non da filosofi. Quindi i contenuti sono sempre simili al PLR1 ma almeno non c'è "ermeneutica". Invece, troviamo espressioni che erano già vecchie nei rampanti anni '80, cose come... "la Rete è uno strumento nuovo e potente che può essere sfruttato appieno solo con la sinergia tra la nostra società e una realtà imprenditoriale...".

Naturalmente non manca mai l'immagine dei due cloni che si stringono la mano e della tipa sorridente con il microfono ad archetto.

Hey per fortuna non è tutto così
Ci sono sempre più siti belli anche da noi, e come dimostra web pages that suck, c'è tanta immondizia anche all'estero.

MA L'IMMONDIZIA AMERICANA NON LA TROVI NELLA PRIMA PAGINA DI GOOGLE!

Almeno, se non è un sito Made For Adsense (MFA) di quelli che fanno tanto orrore da spingerti a cliccare sul primo annuncio a portata pur di sfuggire. Ma almeno in quei siti la bruttezza è funzionale al guadagno di chi li gestisce.

Da noi la bruttezza in prima pagina è spontanea.


1 PLR - Private Label Rights. Articoli di 400/500 parole offerti in licenza a pochi centesimi di dollaro. Chi li acquista può ripubblicarli col proprio nome, e c'è chi non si vergogna all'idea di farlo.

2 Article Spinner - applicazione da 197$, soltanto 97$, incredibilmente solo per oggi 37$!, scritta tipicamente in visual basic che sostituisce a caso le parole per creare un testo che sembri unico agli occhi dei motori di ricerca. Al confronto i traduttori automatici sono Mario Praz.
 
sabato 21 novembre 2009

Posizionare un elemento in fondo allo schermo con il CSS

Un micropost per una considerazione stupidissima, se vogliamo posizionare un qualsiasi elemento (ad esempio una toolbar come quelle che adesso vanno per la maggiore) in fondo allo schermo del browser, ovviamente useremo la posizione fissa, ma come indicare il fondo dello schermo? Con la proprieta' bottom e un valore negativo!

Quindi:

#bar {
width: 100%;
height: 80px;
position: fixed;
bottom: -80px;
}


E il gioco e' fatto.
sabato 14 novembre 2009

Installare Wordpress con OVH multi dominio

Penso che ovh.it sia la migliore soluzione di hosting in Italia, in termini di rapporto qualita'/prezzo, se si ha bisogno di gestire siti multipli. Gia' con il vecchio Plan90 (non piu' disponibile) si potevano avere siti illimitati con un solo hosting, e geo-localizzarli - cioe' adoperare IP address europei per far si' che i risultati fossero piu' rilevanti per i vari paesi.

Ideale per una piccola azienda che voglia pubblicare -poniamo- dominio.it per l'Italia, dominio.co.uk con risultati rilevanti per il Regno Unito, dominio.fr per la Francia e cosi' via. Questo rende OVH molto competitivo con gli hosting provider americani che purtroppo offrono quasi sempre solo IP Address USA (Un IP diverso da quello del Paese per il quale scriviamo porta a qualche penalita' nei risultati di ricerca Google, e nessuno vuole penalita' Google, giusto?).

Unica pecca di ovh.it e' il pannello di controllo scritto in una lingua fantasiosa, a meta' tra l'italiano e il francese con qualche sprazzo di neolingua orwelliana. Personalmente uso il pannello (manager) inglese e lo trovo piu' comprensibile.

Okay, sei qui per installare Wordpress, basta chiacchiere

La procedura OVH per installare in automatico Wordpress e' persino piu' facile di quella di Fantastico. Selezioniamo il dominio principale nella tendina del manager.

Il dominio principale e' quello che risulta per primo nella fattura di vendita, ed e' l'unico con tutte le opzioni attive. Poi andiamo in hosting.

Da Hosting, selezioniamo Manage Modules e quindi Wordpress. Ci chiede la directory di installazione e procede in automatico. Dopo qualche minuto arriva una mail con le credenziali di accesso e il blog e' pronto.

Inoltre, non usa il server sql standard, ma uno inaccessibile dal pannello di controllo. Questo e' buono -credo- per la sicurezza, ma meno buono casomai scordassimo la password o volessimo fare un tradizionale backup con myPhpAdmin. In ogni caso, e' una soluzione che trovo soddisfacente considerato il costo.

Ma con i domini multipli?
Ecco, qui sta il problema: il manager di OVH installa automaticamente in una sub-directory del dominio principale, e non c'e' modo (o almeno io non l'ho trovato) per dirgli di installare in una directory esterna a "www", e quindi accessibile con un altro nome di dominio.

Poco male, basta installare Wordpress a mano. La famosa installazione istantanea di Wordpress in effetti e' fulminea. Ma quando hai installato una trentina di Wordpress inizi a apprezzare Fantastico e le altre soluzione automatiche.

In effetti quando hai installato una sessantina di wordpress le apprezzi piu' di chi le usa perche' non saprebbe ricorrere all'FTP. E' troppo comodo.

Allora ho pensato di spostare il blog dalla directory di installazione a quella del multi dominio. Mi spiego: se il dominio principale e' principale.it e quello secondario... secondario.it, ci troveremo con una struttura di directory come questa:

FTP-ROOT/www/wordpress (principale.it punta a www, WP e' stato installato in "wordpress")

e

FTP-ROOT/secondario/ (secondario.it punta a secondario)

La soluzione al problema sembra facile: spostiamo la cartella "wordpress" da www a secondario e il gioco e' fatto. Quasi... funziona, ma non possiamo piu' fare login perche' in Wordpress la url del blog e' impostata su "http://www.principale.it/wordpress" e a questo indirizzo ci riporta il login dell'amministratore.

Allora, una volta installato il blog nel dominio principale, prima di spostare la cartella facciamo login come amministratore e cambiamo la url, da Settings, nei campi "WordPress address" e "Blog address" in modo che sia "http://www.secondario.it/". Salviamo le modifiche e adesso si', spostiamo tutta la cartella di installazione di Wordpress nella cartella del secondo dominio. E funziona tutto come previsto.

Descrivere le operazioni e' lungo, ma il processo e' facilissimo. In 20 minuti ho attivato tre blog su tre domini diversi. E gran parte del tempo l'ho passata a aspettare le mail con la password.

Spero che questo post sia utile a qualcuno - cercando "installare wordpress ovh" non ho trovato risultati rilevanti.
venerdì 6 novembre 2009

Un invito Google Wave se twitti una buona idea

Su questo sito regalano inviti Google Wave (10, penso andranno via in fretta) se mandi una buona idea con un tweet.
lunedì 21 settembre 2009

Sono tornati a battere la strada

Suona il citofono. Di solito con l'imperativa durata che ci si aspetta da un ufficiale giudiziario. Una voce, stanca anche se cerca di mascherarlo chiede:

"E' questo l'appartamento in vendita?"

Se rispondi no, chiede allora era... arrancando tra i nomi del citofono, nella speranza che tu dica "Ma certo, Rossi vende, e sta cercando un agente immobiliare disperato come lei".

Negli anni del boom immobiliare erano scomparsi. Stavano al caldo, in eleganti agenzie arredate da far sembrare povero lo studio McNamara/Troy.

Vagavano in pausa pranzo, ben vestiti, i capelli corti, gli sguardi scazzati come si conviene a chi deve sempre sembrare sicuro di se stesso.

Poi, una ad una, le eleganti agenzie hanno iniziato a chiudere. Le smart della flotta aziendale, quelle con il logo sulla fiancata, devono essere state riverniciate e vendute da un curatore fallimentare.

E loro sono tornati a citofonare. Quattro, cinque volte negli ultimi mesi, dopo anni di assenza.

Mi spiace. Per me, che dovro' continuare a sentirmi chiedere se Trombarotti vende.

E mi spiace per loro, che giorno dopo giorno battono la strada a caccia di un affare che ha il sapore della sopravvivenza piuttosto che del lusso.
giovedì 3 settembre 2009

RSS, ma chi lo usa in Italia?

Gli aggregatori RSS sono siti che prelevano dai feed RSS gli aggiornamenti e li rendono disponibili agli utenti. Una forma di organizzazione e di semplificazione del lavoro -lo chiamo lavoro- di andare a visitare i blog preferiti.

Ma blog a parte, quanti siti aziendali pubblicano un feed RSS? Ne vedo pochi.

Un po' come Twitter, ho la sensazione che per l'RSS siamo ancora nel trentesimo mondo. Come senza dubbio dimostra anche questo sito dedicato all' article spinning. No, non la pratica sportiva... l'article spinning non ha nulla di sportivo.

Lo spinner e' un software che genera contenuto unico -e spesso senza senso- per aumentare l'entropia del web e guadagnare una posizione, o forse mezza, nel ranking di google.
sabato 11 luglio 2009

Evitare l'icona pagina rotta in Explorer 8 (modo compatibilita)

Per evitare disastri in tutti quei siti scritti e testati solo su Explorer, esistono diverse modalità di rappresentazione della pagina in Explorer 6 e superiori: quirks mode, standard compliance, etc.

Internet Explorer 8 è un browser molto più rispettoso degli standard rispetto alle precedenti versioni. Questo ha portato Microsoft a introdurre un bottone piuttosto brutto che rappresenta una pagina rotta. Cliccandolo, il browser ridisegna la pagina tenendo conto di errori e peculiarità delle vecchie versioni di Explorer.

Se il nostro sito è scritto bene, rispetta gli standard, ed è testato con tutti i browser principali, sarebbe carino non avere quell'icona nella barra degli indirizzi. Per disattivarla, basta dire a Explorer 8 che sappiamo della sua esistenza, e garantiamo noi per il sito, introducendo nell' HEAD delle pagine questa voce:

<meta http-equiv="X-UA-Compatible" content="IE=8" />

E la pagina rotta scompare.
domenica 28 giugno 2009

Rewrite di caratteri con % nell'url, per link sbagliati

I Google Webmaster tools segnalavano qualche errore 404, con una serie di caratteri strani dopo la url corretta, rappresentati come di consueto in esadecimale preceduto dal simbolo di percento. Insomma, in questo modo:

URL del sito: abc.html
URL nei log: abc.html%20%B9

In pratica, qualcuno aveva linkato al sito aggiungendo per errore dei caratteri, o non chiudendo le virgolette del tag <a>. E naturalmente questo causava un 404.

Poco male, ho pensato: aggiungo un Redirect 301 e torna tutto a posto.

Niente da fare. Allora ho provato a fare unescape dei caratteri, perchè logicamente a Apache apparivano come caratteri, e non come sequenza di escape. Ma niente.

Okay, allora mod_rewrite. C'è un luogo che terrorizza tutte le Bene Gesserit -per me sono le rewrite rules. Ma se proprio devo lo faccio.

E ancora una volta, niente. Allora ho iniziato a cercare, qualcun altro avrà pure avuto lo stesso problema.

E alla fine ho trovato questo post: http://www.webmasterworld.com/forum92/3174.htm, la soluzione è nel penultimo messaggio.

La rewrite rule va applicata a {THE_REQUEST} che contiene ancora i caratteri in formato escaped. Grazie, Mr. Morgan!
domenica 21 giugno 2009

Php e accenti: caratteri strani nei form o da mysql. La codifica Utf8

Indipendentemente da quante volte l'avrò fatto, e ormai sono tante, ci casco sempre e mi scordo di convertire i caratteri dall'Utf8 a Unicode, o a entità HTML.

Il risultato sono lettere accentate che appaiono così: è

Il motivo è che il form, o magari il feed RSS o il database mysql dal quale arriva il testo hanno usato la codifica Utf8, mentre la pagina che le visualizza è in Unicode.

Quindi a futura memoria:

$stringa_da_ripulire='è';
utf8_decode ($stringa_da_ripulire);

Che stampa correttamente 'è'. Possiamo fare un passo in più e scrivere:

htmlentities (utf8_decode ($stringa_da_ripulire));

Che invece di 'è' restituisce &egrave; ed è anche una saggia misura di sicurezza per evitare l'inserimento di HTML pericoloso. Soltanto, ricordiamoci di farlo prima di aggiungere i nostri tag html.

Ad esempio, se costruiamo una lista da un feed di twitter, all'interno del ciclo scriveremo qualcosa come:

$testo.='<li>'.htmlentities (utf8_decode ($stringa_da_ripulire)).'</li>';

invece di passare il risultato finale di $testo alle due funzioni. Perché a quel punto perderemmo gli '<li>' costruiti per ogni elemento.

Naturalmente, questo rallenta l'esecuzione perché sono necessarie tante chiamate a funzioni quanti sono gli elementi.
sabato 20 giugno 2009

Problemi di permessi tra PHP e FTP

Se hai installato Wordpress, o Joomla, o magari scrivi i tuoi script PHP, ti sarà capitato di scontrarti con il problema dei permessi di scritture dei file.

CHMOD 755, cose del genere, su questo non scendo nei dettagli è pieno di tutorial e guide in proposito.

Il problema più comune è quando hai un server dove PHP gira -diciamo- come utente Nobody ma accedi ai file via ftp con il tuo acconto. I file creati dal PHP non puoi modificarli via FTP e viceversa perchè appartengono a utenti differenti .

O ti rassegni a cambiare i permessi entrando con l'utente root ogni volta, oppure rendi scrivibili i file da chiunque con un CHMOD 777, che è una falla di sicurezza grande come l'oceano atlantico.

Una semplice soluzione al problema è di mantenere distinti gli utenti, ma assegnare entrambi a un gruppo comune. In questo modo il tuo utente ftp condivide i permessi di gruppo, e può modificare o cancellare i file creati dal PHP.

Per fare questo, una volta ottenuti le credenziali di root scrivi:

usermod -a -G nome_gruppo_php nome_utente_ftp

Se vuoi sapere a quale gruppo appartiene l'utente, scrivi:

groups nome_utente_php

In pratica, diciamo che PHP gira come "nobody" e l'utente ftp è "addettoftp", con:

groups nobody

scopri il gruppo di nobody, probabilmente sempre nobody. Poi con:

usermod -a -G nobody addettoftp

Aggiungi a addettoftp un gruppo secondario di nobody, e puoi fare le modifiche che vuoi.

Potresti anche accorpare entrambi gli utenti in un gruppo comune, ma attenzione perchè l'utente del web server non è sicuro quanto il tuo utente ftp e non dovrebbe avere gli stessi previlegi.

NB, non sono un sistemista unix! Questo metodo funziona -ma come tutto in questo blog, lo pubblico come annotazione per me stesso, sperando sia utile anche ad altri. Commenti e correzioni sono benvenuti.